È nell’estasi della battaglia,
nel furore della mia armata,
che mi innalzo,
e lo vedo,
stravolto dall’impeto primordiale delle onde,
dell’urlo atavico del vento,
il mio destino.
Pochi osano affrontare la tempesta della propria luce,
la plumbea scure che può abbattersi sul loro turbinio.
Io m’innalzo e tuono
rivendico e conquisto.
Io, solo e legione,
stravolgo lo scontro e ribalto l’abisso,
e la mia voce rimbomba
e la mia lancia s’eterna.